
Quando Andrea Prezioso (Dj e programmatore musicale) mi chiese di fare un mixato per il sabato sera di Radio Capital dal sapore disco ma non troppo vintage (perchè arrivava dopo il programma anni ’70 (Capital Party ndr), e non troppo elettronico (subito dopo c’era un programma anni ’90), il nostro pensiero volò immediatamente a Larry Levan e la sua epopea al Paradise Garage, dove dal ’77 all ’87 ha suonato tutti i tipi di musica purché fosse “ballabile”, quindi dai Clash ai Police, da Gwen Guthrie a Sylvester, da Aretha Franklin ai Kraftwerk, ci sembrò così perfetto per il sabato di radio Capital che lo replicammo ogni mese nel contenitore Capital Party Nu Disco che ha ospitato leggende della musica Daniele Baldelli, Ralphie Dee, JellyBean Benitez, Mousse T., DImitri From Paris, Joey Negro, Motor City Drum Ensemble, Grandmaster Flash, Kenny “Dope” Gonzalez e molti altri.

Tutto si legava da solo, Funk, House, Disco, Soul, Afro, Cosmic, Balearic,Latin, Boogie e Italo Disco in un suono globale senza tempo. Avevo libertà totale sulla programmazione, cosa rara, molto rara per un network nazionale, quindi nelle varie puntate ci sono le nuove sonorità di Todd Terje, Purple Disco Machine e Moodymann, per citarne alcuni, ma soprattuto la “disco” declinata nei vari paesi del mondo, dall’Africa al Brasile, dall’America all’Italia e così via. Ricercare e riscoprire, puntata per puntata, tracce “nuove” prodotte sul fine degli anni ’70 ed inizi ’80 fatte in giro per il globo e mischiarle ai classiconi di Radio Capital come gli Chic, i Funkadelic o Sheila E, contornati dai suoni della nu-disco, è stato davvero molto divertente.
Larry Levan oltre ad fare una selezione di tracce pazzesche, oltre ad avere la più grande pista e il sound system più leggendario dell’epoca, ha riunito le persone sulla pista da ballo attraverso la musica, indipendentemente dal fatto che fossero bianche o nere, ricche o povere, importanti o meno, tutti assieme al Paradise Garage, che fu (come il Warehouse di Chicago) il primo locale a rompere le rigide regole della discriminazione razziale e stilistica, un fatto che ci pare meriti di essere celebrato per sempre.
Thank you Larry, we love U forever!